Orto Botanico di Catania a pochi metri da Casa Barbero b&b
L’Orto Botanico di Catania fu fondato nel 1858 dal monaco benedettino Francesco Tornabene, in un’area ancora poco edificata a nord del centro storico cittadino dell’epoca. Oggi è ormai immerso nell’area urbana, trovandosi tra le Vie Antonino Longo ad ovest ed Etnea ad est.
Si estende su una superficie di circa 16.000 mq. e riveste importanza come sede di alcune peculiari collezioni, quali le “succulente’” le “palme” e le “piante spontanee siciliane”.
Quando fu creato, esso aveva, come tutti gli altri orti, la funzione di espositore delle piante di uso medico. Grazie all’enorme sviluppo della sistematica vegetale, in seguito all’introduzione della nomenclatura linneana, divenne luogo di osservazione, nonché sedi di sperimentazione e acclimatazione di nuove specie. Oggi esso ha assunto, per la città di Catania, una funzione educativa di grande rilievo, con particolare riguardo alle problematiche di carattere ambientale, e la funzione di salvaguardia ex situ delle specie in via di scomparsa.
Come nell’originario disegno ottocentesco, esso è suddiviso in Orto Generale (Hortus universalis) di 13.000 mq e Orto Siculo (Hortus siculus) per i rimanenti 3.000 mq. Il primo conserva un impianto formale, articolato in settori, il cui disegno è definito dal tracciato geometrico dei viali, e ospita collezioni di piante esotiche, alcune molto ricche e di grande pregio, come quelle di piante grasse, di palme e di cicadee. L’edificio principale, con il colonnato neoclassico disegnato dall’arch. Mario Distefano, la vasca circolare a settori e la grande serra Tepidarium, ricostruita di recente, sono le componenti architettoniche di maggior rilievo. L’Orto siculo, invece, è un’area destinata alle coltivazioni di specie spontanee dell’Isola che ripropone gli aspetti più rappresentativi del paesaggio urbano. Altre strutture presenti nell’orto sono il Museo Erbario che raccoglie collezioni storiche e raccolte recenti, con oltre 300.000 exsiccata, e la Banca del germoplasma per la conservazione ex situ di piante rare e minacciate dei territori mediterranei.
La collezione di palme, seppure non vastissima, include oltre cento esemplari, spesso di notevoli dimensioni, appartenenti a circa 40 diverse specie. La maggior parte degli esemplari sono coltivati in piena terra, in due specifici settori dell’Orto o sparsi in diverse aiuole. Attualmente la collezione di palme è costituita per lo più da esemplari adulti, la maggior parte dei quali fiorisce e fruttifica regolarmente. Alcuni giovani esemplari, di recente introduzione, sono coltivati in vaso, sia in serra che all’aperto, in attesa del trapianto definitivo.
I generi coltivati nell’Orto Botanico sono Archontophoenix, Arenga, Butia, Chamadorea, Chamaerops, Erythea, Howea, Jubaea, Livistona, Phoenix, Ravenea, Rhapis, Sabal, Syagrus, Trachycarpus, Trithrinax, Washingtonia e Wodyetia.
La più ricca collezione dell’Orto Botanico è certamente quella delle piante succulente, che annovera migliaia di esemplari per la maggior parte coltivati all’aperto. Ciò è possibile grazie al clima piuttosto mite che permette di supplire in parte alla carenza di serre. Per le loro originali forme e strutture le succulente rappresentano una delle attrattive di maggior pregio dell’Orto sia dal punto di vista didattico che estetico. Fu lo stesso Tornabene che diede vita alla collezione; infatti da un suo elenco redatto nel 1887 risultano presenti esemplari di diverse famiglie, quali Aizoacee, Crassulacee, Cactacee, ecc. Nel 1963 essa fu arricchita di 4000 nuovi esemplari in seguito all’acquisizione della collezione di C. Di Stefano; recentemente, un ulteriore incremento si è avuto grazie alla donazione del dott. C. Gasperini. Oggi, in base a una stima approssimativa, la collezione di succulente raccoglie circa 2000 specie, prevalentemente Cactacee, Agavacee, Euforbiacee, ecc.
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